"Se la candidata Udc-Pdl, alla fine, sarà Poli Bortone, in Puglia si perde come avevamo detto sin dall'inizio", spiega un dirigente democratico della maggioranza interna. Ma in attesa di capire come finisce nel tacco d'Italia, i democratici si sono mossi per evitare che i centristi facessero il salto anche in Liguria, dove l'accordo su Burlando sembrava nei giorni scorsi cosa fatta. "Credo che abbiamo un'intesa su Burlando", rassicura nel pomeriggio il leader centrista Pier Ferdinando Casini. Una rottura in Liguria avrebbe rischiato di provocare un terremoto a catena anche nel vicino Piemonte, l'altra regione del nord dove i centristi hanno deciso con fatica di appoggiare Mercedes Bresso."Avete visto Casini?", chiedeva ironicamente Franceschini, oggi pomeriggio, in Transatlantico, alludendo al fatto che se il Pd era pronto a buttare a mare Nichi Vendola in nome del laboratorio pugliese, il leader centrista non si è preoccupato di cambiare schema di gioco.
Eppure, allo stato dei fatti, la consultazione regionale potrebbe portare qualche bella sorpresa per il centrosinistra. Silvio Berlusconi, che può contare in base ai sondaggi e alla crisi nella quale versa il gruppo dirigente del Pd (ma non il suo popolo, in cerca solo di dirigenti all'altezza) su un ampio consenso presso gli elettori italiani, potrebbe perdere le prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo per 8 a 5. Paradossale? Se si guardano i numeri no. Sono tredici le regioni chiamate al voto - Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria - e, vista la situazione odierna delle alleanze e delle coalizioni in lizza, il presidente del Consiglio potrebbe avere la brutta sorpresa di trovarsi sconfitto e con le opposizioni rinvigorite dal risultato delle urne.
La vittoria del centrodestra, allo stato attuale, si può assegnare ad occhi chiusi in Lombardia, Veneto e Campania è molto probabile (anche se qui le primarie del 7 febbraio, che potrebbero vedere in campo un duello diretto Bassolino - De Luca, in caso di vittoria del Sindaco di Salerno, potrebbero sparigliare le carte), anche grazie all'accordo tra Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini che ha portato ad alleanze locali dell'Udc con il Pdl a sostegno di candidati governatori di area ex-An, nel Lazio (qui e' comunque la partita piu' incerta) ed in Calabria. Altrettanto certa è l'affermazione del centrosinistra - a meno di veri e propri terremoti elettorali - nelle cosiddette 'regioni rosse', ovvero Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria, con l'appendice sudista della Basilicata.In questo contesto, saremmo 5 a 5. La vittoria si gioca quindi in tre regioni, Piemonte, Liguria e Puglia, nelle quali appare però nettamente favorito il centrosinistra grazie alle decisioni dell'Udc. A Torino, infatti, il partito di Casini ha scelto l'alleanza con Mercedes Bresso per contrastare l'affermazione del leghista Roberto Cota ed in reazione alla sua espulsione dalle maggioranze uscenti di Lombardia e Veneto. Analoga scelta è stata fatta in Liguria dove il partito centrista appoggerà il governatore uscente, Claudio Burlando, a scapito di Sandro Biasotti, candidato del centrodestra. Quanto alla Puglia, la scelta dell'Udc di sostenere nella corsa alla presidenza della regione Adriana Poli Bortone, ex sindaco di Lecce ed esponente di spicco fino a poco tempo fa del centrodestra pugliese, potrebbe aiutare non poco Nicky Vendola nella conquista della riconferma a scapito dell'uomo del centrodestra, Rocco Palese, attualmente capogruppo Pdl in Consiglio regionale, voluto fortemente dal ministro per i Rapporti con le Regioni ed ex governatore a Bari, Raffaele Fitto.
Potrebbe quindi finire, come detto, 8 a 5 in favore del centrosinistra, il che significherebbe uno smacco per Berlusconi e per il Pdl. E questa sconfitta, inoltre, porterebbe al paradossale risultato che l'ex Forza Italia avrebbe un solo governatore, l'inossidabile Roberto Formigoni in Lombardia, mentre gli ex aennini ne avrebbero due (Renata Polverini nel Lazio e Giuseppe Scopelliti in Calabria), la Lega Nord si aggiudicherebbe con l'attuale ministro dell'Agricoltura Luca Zaia il popoloso Veneto. Quanto alla Campania nuovo presidente diventerebbe l'ex socialista (non si smentiscono mai) Stefano Caldoro. Un quadro agghiacciante per il premier che sta cercando di correre ai ripari. Questo pomeriggio ha infatti chiamato a Palazzo Grazioli, dove era in corso una riunione con i coordinatori nazionali del Pdl dedicata alla regionali, il ministro Fitto per cercare di avere assicurazioni sulla possibilità di vincere con Palese e, in subordine, di convincerlo ad un accordo sulla Poli Bortone. Conquistare la Puglia è infatti essenziale per ridurre la sconfitta 7 a 6 , ancora ‘onorevole' perché il centrodestra si aggiudicherebbe le regioni più popolose.
Eppure, allo stato dei fatti, la consultazione regionale potrebbe portare qualche bella sorpresa per il centrosinistra. Silvio Berlusconi, che può contare in base ai sondaggi e alla crisi nella quale versa il gruppo dirigente del Pd (ma non il suo popolo, in cerca solo di dirigenti all'altezza) su un ampio consenso presso gli elettori italiani, potrebbe perdere le prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo per 8 a 5. Paradossale? Se si guardano i numeri no. Sono tredici le regioni chiamate al voto - Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria - e, vista la situazione odierna delle alleanze e delle coalizioni in lizza, il presidente del Consiglio potrebbe avere la brutta sorpresa di trovarsi sconfitto e con le opposizioni rinvigorite dal risultato delle urne.
La vittoria del centrodestra, allo stato attuale, si può assegnare ad occhi chiusi in Lombardia, Veneto e Campania è molto probabile (anche se qui le primarie del 7 febbraio, che potrebbero vedere in campo un duello diretto Bassolino - De Luca, in caso di vittoria del Sindaco di Salerno, potrebbero sparigliare le carte), anche grazie all'accordo tra Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini che ha portato ad alleanze locali dell'Udc con il Pdl a sostegno di candidati governatori di area ex-An, nel Lazio (qui e' comunque la partita piu' incerta) ed in Calabria. Altrettanto certa è l'affermazione del centrosinistra - a meno di veri e propri terremoti elettorali - nelle cosiddette 'regioni rosse', ovvero Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria, con l'appendice sudista della Basilicata.In questo contesto, saremmo 5 a 5. La vittoria si gioca quindi in tre regioni, Piemonte, Liguria e Puglia, nelle quali appare però nettamente favorito il centrosinistra grazie alle decisioni dell'Udc. A Torino, infatti, il partito di Casini ha scelto l'alleanza con Mercedes Bresso per contrastare l'affermazione del leghista Roberto Cota ed in reazione alla sua espulsione dalle maggioranze uscenti di Lombardia e Veneto. Analoga scelta è stata fatta in Liguria dove il partito centrista appoggerà il governatore uscente, Claudio Burlando, a scapito di Sandro Biasotti, candidato del centrodestra. Quanto alla Puglia, la scelta dell'Udc di sostenere nella corsa alla presidenza della regione Adriana Poli Bortone, ex sindaco di Lecce ed esponente di spicco fino a poco tempo fa del centrodestra pugliese, potrebbe aiutare non poco Nicky Vendola nella conquista della riconferma a scapito dell'uomo del centrodestra, Rocco Palese, attualmente capogruppo Pdl in Consiglio regionale, voluto fortemente dal ministro per i Rapporti con le Regioni ed ex governatore a Bari, Raffaele Fitto.
Potrebbe quindi finire, come detto, 8 a 5 in favore del centrosinistra, il che significherebbe uno smacco per Berlusconi e per il Pdl. E questa sconfitta, inoltre, porterebbe al paradossale risultato che l'ex Forza Italia avrebbe un solo governatore, l'inossidabile Roberto Formigoni in Lombardia, mentre gli ex aennini ne avrebbero due (Renata Polverini nel Lazio e Giuseppe Scopelliti in Calabria), la Lega Nord si aggiudicherebbe con l'attuale ministro dell'Agricoltura Luca Zaia il popoloso Veneto. Quanto alla Campania nuovo presidente diventerebbe l'ex socialista (non si smentiscono mai) Stefano Caldoro. Un quadro agghiacciante per il premier che sta cercando di correre ai ripari. Questo pomeriggio ha infatti chiamato a Palazzo Grazioli, dove era in corso una riunione con i coordinatori nazionali del Pdl dedicata alla regionali, il ministro Fitto per cercare di avere assicurazioni sulla possibilità di vincere con Palese e, in subordine, di convincerlo ad un accordo sulla Poli Bortone. Conquistare la Puglia è infatti essenziale per ridurre la sconfitta 7 a 6 , ancora ‘onorevole' perché il centrodestra si aggiudicherebbe le regioni più popolose.
Liberamente tratto da Aprile
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