La zona euro sta attraversando un periodo delicatissimo. A causa della deriva dei conti pubblici greci, il futuro dell’unione monetaria è in bilico. Molto dipenderà dalla posizione che assumerà la Germania, se un aiuto finanziario ad Atene si rivelasse necessario. Tendenzialmente dovrebbe prevalere l’ottimismo: il governo federale, se messo alle strette, darà il suo benestare a un salvataggio greco. Ma nel frattempo non mancheranno i tira-e-molla psicologici e le tensioni politiche. Per ora, i tedeschi sono (ufficialmente) contrari a qualsiasi aiuto. Ancora questa settimana il ministro dell’Economia Rainer Brüderle (nella foto) ha affermato che il governo greco deve risolvere i suoi problemi da solo: “Non ci può essere un salvataggio collettivo per sviluppi nazionali zoppi”. Nessuno in Germania ha apprezzato che la Grecia truccasse i conti pubblici e mentisse sulla propria situazione finanziaria. Il comportamento greco è ritenuto poco serio; anzi è per molti versi considerato un tradimento, tenuto conto dei presupposti economici e politici della zona euro. Agli occhi dei tedeschi, aiutare i greci in questo contesto è moralmente discutibile e potrebbe per di più creare cattivi esempi per altri paesi in difficoltà. Il problema naturalmente è più complesso: l'eventuale fallimento della Grecia potrebbe comportare un effetto a catena, con la deriva di altri paesi più grandi, come il Portogallo o la Spagna.
Il Congresso di Circolo
7 anni fa
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