"Gli italiani non hanno ragione di aver paura dell’immigrazione. Ma non sbagliano ad aver paura. La vita in Italia fa paura. Anche i turisti stranieri ne hanno, e infatti vengono sempre meno. Soltanto, sulle vere cause sono meglio informati di noi, manipolati dai media di corte. Quello che dovrebbe davvero far paura è l’illegalità di massa di noi italiani, non degli immigrati. In Italia si rischia la vita anche soltanto ad attraversare le strisce pedonali, perché l’automobilista, invece di fermarsi, accelera per non farti passare. Si rischia sulle strade e si rischia sul posto di lavoro: abbiamo i più alti indici di mortalità d’Europa, perché i soldi della manutenzione delle strade se ne sono andati in mazzette e delle norme di sicurezza tutti se ne infischiano. Quattromila comuni italiani sono a rischio idrogeologico, ma si costruisce ovunque, nei greti dei fiumi, sulle pendici dei vulcani, su terreni franosi, si costruisce sulle sabbia e con la sabbia, senza regole, in attesa del condono, inevitabile come la successiva strage. Le scuole pubbliche italiane, per il 90%, non sono a norma. Ogni anno ci sono dodicimila frane, mille piene di fiumi, tre catastrofi al giorno: fatalità? Si muore per il disprezzo delle leggi. I limiti di velocità sono un optional, i controlli sui tassi di alcol e droga chimere. “Il delitto perfetto in Italia” mi dice un magistrato, “è aspettare uno sotto casa e investirlo con l’auto. Al massimo ti danno una lieve pena e con la condizionale sei subito fuori”. Lo scandalo diventa tale soltanto se l’assassino al volante non ha il passaporto italiano."
Da "La bolla" di Curzio Maltese
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