L'articolo pubblicato da Repubblica a firma di Pier Luigi Celli, direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli, intitolato "Figlio mio, lascia questo Paese", sta facendo discutere in rete molti sul loro futuro.
E io dico: finalmente.
Nel senso che l'usurato refrein secondo il quale l'Italia e' un paese per vecchi e' ora che funzioni da stimolo. Poveri giovani, si dice...
Andiamo ad affrontare anni che non saranno facili (il peggio di questa crisi sara' alla fine, cauda venenum...) che i giovani (noi giovani?) pagheranno in prima persona. D'altra parte sono proprio i giovani a latitare dalla vita pubblica, a interpretare per politica solo la mala-politica, a trascinare l'adolescenza ben i confini anagrafici, ad avere incarnato quel cambiamento della societa' in cui si e' sostituito il voler modificare in meglio il proprio status (con il lavoro, la famiglia ecc...), con il mero divertimento (nell'orgia di futilita' degli anni '80 si parlava di "edonismo reaganiano"). Mai nella storia sociale si era sentito parlare di "crisi dell'adultita' ".
Probabilmente il ritardo con cui la nostra generazione sta arrivando sulla scena sociale trascina con se' problemi che andranno ben oltre il privato. E segnali non si fanno attendere.
Uno di questi (ma soltanto uno, avremo modo di vederne altri) e' stata la manifestazione del No B-Day. (vedi l'accorato post di Roberto Maldini). Finalmente giovani che, sicuramente gravati dalla percezione di un futuro cupo, si sono auto-organizzati (internet, in Italia, e' un posto solo per giovani) e in prima persona hanno dato vita una manifestazione entusiasmante per la qualita' della partecipazione (popolare!) prima che per la quantita' (sorprendente).
Abbiamo indicato nella mancata adesione ufficiale alla manifestazione del PD, il primo errore del neo-segretario, che ha sacrificato l'occasione di intercettare un intero segmento di societa' (i giovani, soprattutto quelli politicamente attivi) sull'altare delle (forse) future alleanze o forse per altro. In ogni caso per "qualcosa" che si fa' fatica a spiegare e ancor piu' fatica a capire (qui un'analisi convincente). Male. Anzi, male due volte, visto che gli esponenti del PD che si sono spinti nel vivo nella manifestazione a titolo dolorosamente personale, hanno ricevuto l'applauso dei partecipanti. E quindi, a tutti gli effetti, e' proprio una scelta della segretria (di non aderire) quella di voltare le spalle proprio a una porzione di potenziale elettorato.
Ma il problema piu' grosso sta nell'impressione largamente condivisa che alla base della "diffidenza" dei nostri vertici ci sia stato, prima di tutto, uno scarto culturale.
La promozione attraverso internet di iniziative come il no B-Day o di qualunque altra iniziativa mette di per se' di cattivo umore i nostri vertici, e' un contesto con cui l'apparato ha poca dimesichezza e molta diffidenza (e non perche' sia un mezzo non-affidabile "per natura", ma perche' la maggior parte dell'apparato neanche ha la connessione da casa...).
Vabbe', e' un'occasione persa dal PD intero.
Ma a Rimini, il nostro PD, quello del nostro Circolo di San Giuliano, e' tutt'altra cosa e lo dimostra. La sera di mercoledi' 16 dicembre (alle 21) venite alla Sala del Buonarrivo (presso la sede della Provincia). Vedrete da soli.
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