Non si dimette con una manifestazione di piazza, ne abbiamo fatte decine e lui è ancora lì.
E' così facile pensarla così, che io stesso la penso e l’ho pensata sempre così in questi giorni: sia quando prenotavo i posti a Vincenzo organizzatore del pullman del no-b-day di rimini, sia quando ero sul pullman per roma, sia quando camminavo diligentemente assieme a un fiume composto di gente rigorosamente in viola contro chi vìola, sia questa mattina che mi guardo i servizi e le foto dalla splendida giornata di ieri.
Eppure so, ed è evidente, che non ho perso affatto il mio tempo in qualcosa di inutile. Tutto il contrario.
Con gli altri del PD che erano con me, avevamo ognuno il nostro pezzetto in viola di vestito. Io mi sono procurato una sciarpa viola piuttosto avvolgente e mi sono diluito in mezzo a centinaia di migliaia di altri ognuno col suo segno viola. Non una bandiera in mano del mio partito, non una spilletta del Pd… il mio partito (quello che voglio e che sogno) me lo son portato dentro – eccome se me lo son portato - così come ha fatto la maggioranza degli altri, mi sembrava il modo più onesto per farcelo entrare dentro alla manifestazione più originale che io ricordi.
Così originale che per esempio mi ha stupito un commento di Repubblica che accostava la giornata di ieri quasi a un passaggio di testimone dalla manifestazione del “non perdiamoci di vista” di Nanni Moretti e dei girotondini, a cui avevo partecipato nel 2002.
E' così facile pensarla così, che io stesso la penso e l’ho pensata sempre così in questi giorni: sia quando prenotavo i posti a Vincenzo organizzatore del pullman del no-b-day di rimini, sia quando ero sul pullman per roma, sia quando camminavo diligentemente assieme a un fiume composto di gente rigorosamente in viola contro chi vìola, sia questa mattina che mi guardo i servizi e le foto dalla splendida giornata di ieri.
Eppure so, ed è evidente, che non ho perso affatto il mio tempo in qualcosa di inutile. Tutto il contrario.
Con gli altri del PD che erano con me, avevamo ognuno il nostro pezzetto in viola di vestito. Io mi sono procurato una sciarpa viola piuttosto avvolgente e mi sono diluito in mezzo a centinaia di migliaia di altri ognuno col suo segno viola. Non una bandiera in mano del mio partito, non una spilletta del Pd… il mio partito (quello che voglio e che sogno) me lo son portato dentro – eccome se me lo son portato - così come ha fatto la maggioranza degli altri, mi sembrava il modo più onesto per farcelo entrare dentro alla manifestazione più originale che io ricordi.
Così originale che per esempio mi ha stupito un commento di Repubblica che accostava la giornata di ieri quasi a un passaggio di testimone dalla manifestazione del “non perdiamoci di vista” di Nanni Moretti e dei girotondini, a cui avevo partecipato nel 2002.
A me non me l’ha ricordata affatto. Tutto molto poco intellettuale, tutto molto poco aristocratico o radical-chic. Al contrario è stato tutto molto popolare e molto semplice. Sarà il colore viola che ricorda la passione, ma anche di ironia ne ho vista poca. Con piacere, aggiungo, perchè il momento è così serio che anche l’ironia mi ha stufato.
A un certo punto camminavamo lungo il viale che porta a piazza San Giovanni: all'imbocco del viale sei un po’ in discesa quindi vedi bene l’estensione del lungo corteo. E mi sono sorpreso oltre che della portata del fiume di gente, anche di un lungo attimo, lunghissimo di silenzio. Un lungo e silente serpente viola, che mi ha fatto pensare questo: che il corteo era nuovo, organizzato su fb, sui blog aveva poco di quel fare coordinato a cui ero abituato, pochi maestri di sala a dirigere i cori e quindi anche il silenzio era significativo: in quella marea viola determinata e silenziosa ci ho trovato la passione - appunto - nei suoi due significati di sofferenza e di speranza.
La gente era così fitta e tanta che abbiamo camminato per circa 6 ore prima di giungere alla piazza. Mi è sembrato molto faticoso fare quei pochi chilometri, mi è sembrato di fare il mio dovere, mi è sembrato – anche – che Berlusconi non si sarebbe dimesso mai con una manifestazione del genere. Ma che se avesse osservato bene – e lo ha certamente fatto – la composizione del corteo, qualcosa di nuovo e inquietante gli sarebbe balzato agli occhi.
E Berlusconi - che non è l'ultimo arrivato- ha visto bene che era pieno – in maggioranza direi – di giovani/giovanissimi, con parole d’ordine lontane da quelle dell’opposizione che alla fine è sempre riuscito a battere. Una generazione che sta sfuggendo alla sua videocracy perché si forma e usa altri mezzi che il nostro non sa controllare. Per il quale (e questo è il segno profondo della giornata di ieri) lui – che vuole essere eterno – è di fatto già obsoleto.
E così non c’è storia. Il dato non lo può modificare: lui è già vecchio davanti a questa generazione in viola. Cercherà di regnare finchè campa? Sta bene: ma se ce la farà, regnerà sempre più da vecchio. Avrà il consenso della sua fetta di italiani, ok: ma ce l’avrà di una fetta di italiani destinata a invecchiare e come è naturale in ogni processo di invecchiamento anche ad estinguersi.
Allora, però c’è da chiedersi: noi vogliamo invecchiare con lui, come parte del suo processo di invecchiamento… o vogliamo provare a sintonizzarci verso questa contemporaneità che per quanto oggi ci sembra estranea in realtà rappresenta – senza troppa enfasi e molto semplicemente- il nostro futuro?
Non si tratta di partecipare o meno a una manifestazione (ecco perchè non concordo col titolo che è stato dato dal mio amico Rossano al post più sotto), ma più seriamente di iniziare quel processo di svecchiamento serio nei modi di leggere la contemporaneità: e questo ci coinvolge tutti, a tutti i livelli. La nostra presidente Rosy Bindi ha fatto bene a esserci ieri e a lanciare un segnale di ascolto, notando anche lei “molti giovani e molte donne”. E’ una generazione che si interroga sul proprio futuro: che qui nessuno sembra prendere seriamente in considerazione. Tant’è che a fatica li vediamo entrare nei nostri circoli e ancora più a fatica diamo loro spazio (non tanto in termini di ruoli, ma di temi e di modalità aggregative, di socializzazione e di comunicazione) e/o la dignità di interlocutori al pari degli altri.
Ed è certo vero che: non si dimetterà con una manifestazione di piazza, ne abbiamo fatte decine e lui è ancora lì. Di certo è che ieri è venuto alla luce e in modo tangibile un pezzo importante e nuovo della nostra società che – uscito dalla rete – ha detto, non con le bandiere di questo o quel partito, ma con la sua stessa presenza e composizione anagrafica che Berlusconi è già obsoleto.
Ora dobbiamo cercare di non diventarlo anche noi.
A un certo punto camminavamo lungo il viale che porta a piazza San Giovanni: all'imbocco del viale sei un po’ in discesa quindi vedi bene l’estensione del lungo corteo. E mi sono sorpreso oltre che della portata del fiume di gente, anche di un lungo attimo, lunghissimo di silenzio. Un lungo e silente serpente viola, che mi ha fatto pensare questo: che il corteo era nuovo, organizzato su fb, sui blog aveva poco di quel fare coordinato a cui ero abituato, pochi maestri di sala a dirigere i cori e quindi anche il silenzio era significativo: in quella marea viola determinata e silenziosa ci ho trovato la passione - appunto - nei suoi due significati di sofferenza e di speranza.
La gente era così fitta e tanta che abbiamo camminato per circa 6 ore prima di giungere alla piazza. Mi è sembrato molto faticoso fare quei pochi chilometri, mi è sembrato di fare il mio dovere, mi è sembrato – anche – che Berlusconi non si sarebbe dimesso mai con una manifestazione del genere. Ma che se avesse osservato bene – e lo ha certamente fatto – la composizione del corteo, qualcosa di nuovo e inquietante gli sarebbe balzato agli occhi.
E Berlusconi - che non è l'ultimo arrivato- ha visto bene che era pieno – in maggioranza direi – di giovani/giovanissimi, con parole d’ordine lontane da quelle dell’opposizione che alla fine è sempre riuscito a battere. Una generazione che sta sfuggendo alla sua videocracy perché si forma e usa altri mezzi che il nostro non sa controllare. Per il quale (e questo è il segno profondo della giornata di ieri) lui – che vuole essere eterno – è di fatto già obsoleto.
E così non c’è storia. Il dato non lo può modificare: lui è già vecchio davanti a questa generazione in viola. Cercherà di regnare finchè campa? Sta bene: ma se ce la farà, regnerà sempre più da vecchio. Avrà il consenso della sua fetta di italiani, ok: ma ce l’avrà di una fetta di italiani destinata a invecchiare e come è naturale in ogni processo di invecchiamento anche ad estinguersi.
Allora, però c’è da chiedersi: noi vogliamo invecchiare con lui, come parte del suo processo di invecchiamento… o vogliamo provare a sintonizzarci verso questa contemporaneità che per quanto oggi ci sembra estranea in realtà rappresenta – senza troppa enfasi e molto semplicemente- il nostro futuro?
Non si tratta di partecipare o meno a una manifestazione (ecco perchè non concordo col titolo che è stato dato dal mio amico Rossano al post più sotto), ma più seriamente di iniziare quel processo di svecchiamento serio nei modi di leggere la contemporaneità: e questo ci coinvolge tutti, a tutti i livelli. La nostra presidente Rosy Bindi ha fatto bene a esserci ieri e a lanciare un segnale di ascolto, notando anche lei “molti giovani e molte donne”. E’ una generazione che si interroga sul proprio futuro: che qui nessuno sembra prendere seriamente in considerazione. Tant’è che a fatica li vediamo entrare nei nostri circoli e ancora più a fatica diamo loro spazio (non tanto in termini di ruoli, ma di temi e di modalità aggregative, di socializzazione e di comunicazione) e/o la dignità di interlocutori al pari degli altri.
Ed è certo vero che: non si dimetterà con una manifestazione di piazza, ne abbiamo fatte decine e lui è ancora lì. Di certo è che ieri è venuto alla luce e in modo tangibile un pezzo importante e nuovo della nostra società che – uscito dalla rete – ha detto, non con le bandiere di questo o quel partito, ma con la sua stessa presenza e composizione anagrafica che Berlusconi è già obsoleto.
Ora dobbiamo cercare di non diventarlo anche noi.
Roberto
Chi minimizza di fronte a centinaia di giovani(e non solo ovviamente) che finalmente hanno ritrovato la gioia di esprimere il loro dissenso e la voglia di esprimere ciò che pensano non più nel buio delle loro camerette o unicamente davanti ad una tastiera del pc...sbaglia! Sono convinta che non sia stata una cosa inutile. Ma soprattutto che sia stata una cosa importante perché nata -veramente- dal basso, come si usa dire. Esiste una realtà fuori dalle discussioni senza costrutto, dalla ricerca di un profitto, dalla "non speranza per il genere umano perduto". Esiste. Ora ne abbiamo le prove e io mi sento un po' meglio.
RispondiEliminaSi, è proprio così, Manuela.
RispondiEliminaCome dici tu: 'Esiste una realtà fuori dalle discussioni senza costrutto, dalla ricerca di un profitto, dalla "non speranza per il genere umano perduto". Esiste.'
E anch'io mi sento un po' meglio.
Roberto