In quest'ultimo ponte di Ferragosto possiamo guardare al prossimo futuro, a che ci aspetta.
Se si fosse nelle possibilità di poter sperare, desiderare quello che vorremmo potrebbe essere questo:
Innanzitutto che il popolo degli
indignati (in questi giorni agostani in fibrillazione sotto gli ombrelloni delle varie località) riesca a trovare la sua via per trasformare per davvero la rabbia - o la passione - in cambiamento. E che contemporaneamente il centro-sinistra (PD in testa), avanzi immediatamente le sue proposte chiare e nette per affrontare i cambiamenti necessari, e faccia di queste proposte la parte centrale di un programma elettorale chiunque sarà poi chiamato a governare il paese.
Alcune di queste proposte sono già note e sono buone (come la tassazione sui capitali rientrati dai paradisi fiscali) altre sono nell'aria e devono essere organizzate meglio e soprattutto deve essere chiaro che non graveremo sui
redditi da lavoro ma in modo stringente sulle
rendite: la patrimoniale (non
una tantum, ma in ogni finanziaria sui grossi patrimoni), una tassa veramente progressiva sugli immobili e le proprietà (ovviamente proprietà della chiesa incluse, almeno quelle che producono profitto), tracciabilità di ogni pagamento unito alla possibilità però di scaricare tutte le spese dal più piccolo scontrino, tagli alla spesa centrale della PA (vale a dire le spese ministeriali ma soprattutto a quelle strane ingenti liquidità su certi capitoli di spesa che in questi anni sono stati tristemente noti come la disponibilità economica e d'azione gestita dal superministro Bertolaso) e non più a quella "federale" (come è stato detto le regioni pesano il 16% mentre nella manovra i tagli vengono sostenuti per un 50%...): ciò si rende necessario oltretutto perchè la gestione locale delle risorse risulta oggi molto più
controllabile da parte dei cittadini, se non altro per il sistema di elezione delle amministrazioni locali rispetto a un parlamento di
nominati.
Per cui ultimo punto: legge elettorale e indennità.
Ci sono dei quesiti referendari per i quali - se questa volta ci si impegna tutti - sarà possibile votare il prossimo parlamento con una legge elettorale che permetta la scelta diretta della persona che ti rappresenta, una soglia invalicabile di numero massimo di mandati (per il resto ci sono i senatori a vita) oltre che, le primarie per legge.
E' un passaggio necessario, perchè i prossimi anni saranno durissimi: non si tratta di superare un ciclo, ma di un cambiamento necessario (nel nostro piccolo
epocale) e per far ciò abbiamo bisogno di un forte consenso sulle scelte soprattutto su quelle a lungo periodo ma che richiedono scelte impopolari sin da subito. Per questo la credibilità sulla classe politica che ci guiderà è decisiva: se i cittadini non ritengono questa classe politica
credibile, al di là del menù della camera e del senato, è perchè sanno che nessuno l'ha scelta. Purtroppo è così.
Sulle indennità - già prima di una legge che probabilmente non verrà in tempo utile- si può partire dai nostri, da quelli di centro-sinistra, se sembra equo agganciarla agli standard europei, troviamo il modo per "dare indietro" la quota che eccede se e quando eccede. E troviamo il modo soprattutto di informare l'elettorato di ciò.
E' adesso il momento di un
programma elettorale e di una classe politica nuova che non faccia vedere solo la fine di un incubo, ma l'inizio di un modello di patto sociale nuovo, deve dirci - o magari meglio decidere assieme - come e dove usciremo trasformati da questo lunghissimo periodo di crisi. Non solo la soluzione di un problema, insomma, ma la visione della nostra trasformazione, finalmente.
Da nord a sud, dall'operaio al commerciante, dalla studente al pensionato c'è un paese oggi unito dall'incertezza e dalle paure sul futuro, in questo dramma collettivo, in questo brutto filo rosso, bisogna vederci l'opportunità per reagire dicendo a chiare lettere come vogliamo cambiare, chi vogliamo che contribuisca - di più e finalmente - a pagare quel che c'è da pagare e rifondare il nostro paese. E' l'opportunità per chiarire una volta per tutte e finalmente che
non siamo tutti uguali poi scelgano gli italiani, per noi chi ha di più - oggi, domani e dopodomani - deve pagare di più, forse anche molto di più.
Il
programma alternativo del PD e della sua coalizione (che è ora si materializzi), quello fortemente alternativo che è nell'aria, deve approdare su un documento prima possibile, perchè come questo 15 Agosto, è evidentemente l'ultimo ponte per andare al sorpasso di questo ventennio che ci ha visto sprofondare in vario modo, è l'ultimo ponte per salvare quel che rimane del nostro patto sociale e poi da lì ripartire.
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