Ieri la maggioranza è stata battuta al Senato in commissione Affari Costituzionali sul decreto che istituisce la giornata del 17 marzo (che già è stata celebrata... evviva il tempismo del governo del fare) come festa per i 150 anni dell'Unità d'Italia. E' passato infatti un emendamento dell'Idv (9 voti a favore di Pd e Idv, e 8 contrari di Pdl, Lega e Coesione nazionale) che stabilisce questa data come giorno dell'indipendenza nazionale da celebrarsi ogni anno.
Viene così istituita "
La giornata nazionale dell'indipendenza della Nazione e della indivisibilità della Repubblica" da celebrare sempre (senza però che abbia alcun effetto civile... quindi non è festa negli uffici e nelle scuole). In occasione di questa giornata, inoltre, Regioni, Province e Comuni potranno promuovere iniziative volte 'alla sensibilizzazione sul valore storico, istituzionale e sociale dell'unità della nazione e della indivisibilità della Repubblica. Anche le scuole saranno chiamate ad approfondire questi temi. Il decreto andrà in Aula oggi.
Per quanto possa essere stato uno "scivolone" della maggioranza, e per quanto il decreto comunque dovrebbe essere modificato dall'Aula del Senato già oggi stesso ristabilendo il testo originale (che prevede solo per quest'anno la festa per la ricorrenza dei 150 anni dell'unità del paese) ...a giudicare - per esempio - dal successo delle celebrazioni riminesi, anche a partire dalla partecipazione ad eventi più popolari e spontanei come la 24 ore no-stop con ago e filo in piazza Tre Martiri a cui abbiamo partecipato come PD, beh... l'idea non è male.
Poi si certo c'è sempre il fatto che la retorica può uccidere la spontaneità di un sentimento (l'unicità delle celebrazioni del 17 Marzo 2011 sicuramente ne hanno fatto una data irripetibile e dunque una scadenza ancora più significativa), ed è anche vero che, come cantava De Gregori spesso "si fa un monumento per dimenticare un po' più in fretta"...
...tuttavia resta il fatto che alla fine la celebrazione del 17 Marzo ha assunto significati via via sempre più vicini alle sfide del nostro tempo e dunque privi di retorica alcuna, significati al cui cospetto semmai sono apparsi retorici i dinieghi e le resistenze ideologiche di forze come la Lega.
La spontaneità della piazza che abbiamo vissuto a Rimini cucendo assieme l'Italia con ago e filo ci ha mostrato che evidentemente si ha bisogno di riaffermare con forza anche attraverso momenti simbolici questi significati: il tema dell'inclusione, il tema della fratellanza e della giustizia sociale, il tema dell'unità nelle diversità, il tema del rispetto delle istituzioni della Repubblica fino alla sua costituzione e non a caso la no-stop aveva come testo "simbolo" proprio l'articolo 3 della Costituzione Italiana quello che recita:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.Detto ciò - comunque vada nelle aule parlamentari - potremmo riflettere sull'opportunità di continuare a celebrare i prossimi 17 Marzo, partendo dai circoli certo ma con l'obiettivo di coinvolgere tutte le forze sociali, associative e politiche che ne condividono i significati e le speranze. Pensiamoci.
* nella foto di Maria Grazia Marrulli, è ritratta una tipica scena del 17 Marzo in Piazza Tre Martiri, in particolare si tratta del Ciavatta di San Giuliano che sfidando i morsi della fame e le sferzate del vento (a tratti simile a una bora) non ha abbandonato il presidio per tutta la giornata nemmeno per andare in bagno...
La cronaca della giornata la trovate invece qui>
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