Nessuna firma in calce, nessun contratto. Ma un pranzo a Roma e due belle dichiarazioni. E' in un primo pomeriggio di inizio autunno che si risveglia dal torpore - in un certo senso a sorpresa - l'aspettativa (speranza è prematuro visti i tempi che corrono) e la curiosità (ma avremmo voluto scrivere l'adrenalina, e anche questo sostantivo ce lo teniamo per tempi migliori) di chi nel centro-sinistra si riconosce.
La notizia è passata in sordina? Non diremmo o forse non è importante.
Vi è di nuovo che le antenne hanno ri-iniziato a drizzarsi. Le radio libere riprendono fiato, mentre alchimie e sotto-alchimie, bicamerali e tattiche vecchie-stravecchie tacciono per un po'.
Vi è di nuovo che sulle rive di questo pezzo di Meditarreneo in cui "affonda lo stivale dei maiali" - per citare un Battiato '91 a cavallo tra prima e seconda repubblica - sembra essere sempre più possibile preparare le basi per archiviare (armi e bagagli e persone) la fase 2 e aprire la fase 3 della nostra Repubblica.
Senza facili entusiasmi è partito il telegramma:
Mettere in sicurezza democrazia. stop. Primarie e Leadership. stop. Terza repubblica. stop
E qui sotto "Povera Patria". Battiato la scriveva 20 anni fa, ma sembra oggi… si davvero, povera patria.
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