Calderoli:
"E' necessario un accordo che non sono i cinque punti programmatici illustrati da Berlusconi alle Camere", perchè "i problemi tra i due contendenti, Fini e Berlusconi, sono di natura personale e non politici". "Sul piano politico - conclude - c'è già la possibilità di un accordo".E' a questo punto che il cittadino è colto da un dubbio tremendo.
E il dubbio tremendo è questo: ovvero se - in tutti i casini in cui si trova la nostra Italia - sia ancora sopportabile l'idea di essere appesi - noi assieme a questa legislatura - a questioni di carattere strettamente privato e personale, più che familiare casalingo, o del tipo non-posso-dirvi-di-più-del resto-sono-fatti-loro.
E' come stare nella condizione di quando eravamo bambini e vedevamo i nostri genitori litigare magari per ore sperando che qualcuno prima o poi si accorgesse che era ora di metterci a cena e farci mangiare.
Allora sembra incredibile, di stare qui, in questo paese potenzialmente così bello, ad ascoltare affermazioni, se vogliamo, al limite della banalità, fatte da ministri - a questo punto - nominati un po' per caso, nel poco tempo lasciato libero tra una questione personale e l'altra e per i quali le "questioni personali" in politica sembrano essere così accettabili da essere spendibili per argomentare anche un passaggio politico così cruciale in un momento così difficile per il nostro paese.
Pure la soluzione sembra da commedia dell'arte: al diavolo i punti programmatici, per risolvere ci vuole "un nuovo trampolino", vediamoci in due, anzi no in tre (che è più intrigante) magari con delle palline da ping-pong da lanciarsi in costume. Ravviva il rapporto di coppia.
E l'italia aspetterà che tra loro risbocci l'amore per rimettersi a tavola.
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