Bersani, Franceschini, Marino… Così tanto fermento attorno a un congresso (del PD, ormai l’unico congresso vero rimasto in Italia) davvero era molto tempo che non lo si vedeva. Non tutto è positivo (le tessere sospette al sud, per fare un esempio http://pdsangiuliano.blogspot.com/2009/07/ce-qualcosa-molto-che-non-va.html…), ma c’è tanto di buono, a partire dal fatto che in pochi se lo aspettavano così conteso.
Anche a Rimini questo fermento ha attecchito e le grandi manovre di politica locale sono nel pieno delle proprie funzioni. In più degli altri, a Rimini, abbiamo anche l’imbarazzante vacanza del segretario comunale che, giusto per i più disattenti, è dimissionario dal bel mezzo delle scorsa campagna elettorale (gesto frutto di quella guerra tra bande di cui avevamo già ampiamente detto a suo tempo. Il post, tanto per capirci, lo avevamo intitolato “8 settembre” http://pdsangiuliano.blogspot.com/2009/05/la-declinazione-riminese.html…).
Le premesse del congresso riminese quindi sono gravide di interrogativi. Il panorama politico però, a partire dalla lettera di Nando Fabbri ad Andrea Gnassi, a cui abbiamo dato ampio risalto su questo blog, sembra rappresentare una nuova prospettiva per il PD. Sfidare in campo aperto lo status quo locale sarebbe già di per sè un evento.
Le forze che a Rimini si sono spese per promuovere un rinnovamento (di cui questo Circolo è stata una delle parti più attive) non possono che vedere in questo scenario, finalmente, la possibilità di incidere fattivamente sulla blindatura imposta al PD riminese.
Sempre nel solco della logica congressuale riminese, specialmente chi è sulle posizioni alla mozione Marino (per la quale parte di questo Circolo si sta spendendo) non può che essere contento di questa contingenza politica locale. Ribadendo l’ovvietà che per vincere un congresso è necessario creare il più ampio consenso possibile attorno alle candidature, è proprio attraverso uno scenario come quello che si sta prospettando che le realtà emergenti (di cui si nutre proprio la gran parte della mozione Marino) avranno la possibilità di trovare, sempre che se lo sappiano meritare, uno spazio politico finalmente di primo piano.
Anche a Rimini questo fermento ha attecchito e le grandi manovre di politica locale sono nel pieno delle proprie funzioni. In più degli altri, a Rimini, abbiamo anche l’imbarazzante vacanza del segretario comunale che, giusto per i più disattenti, è dimissionario dal bel mezzo delle scorsa campagna elettorale (gesto frutto di quella guerra tra bande di cui avevamo già ampiamente detto a suo tempo. Il post, tanto per capirci, lo avevamo intitolato “8 settembre” http://pdsangiuliano.blogspot.com/2009/05/la-declinazione-riminese.html…).
Le premesse del congresso riminese quindi sono gravide di interrogativi. Il panorama politico però, a partire dalla lettera di Nando Fabbri ad Andrea Gnassi, a cui abbiamo dato ampio risalto su questo blog, sembra rappresentare una nuova prospettiva per il PD. Sfidare in campo aperto lo status quo locale sarebbe già di per sè un evento.
Le forze che a Rimini si sono spese per promuovere un rinnovamento (di cui questo Circolo è stata una delle parti più attive) non possono che vedere in questo scenario, finalmente, la possibilità di incidere fattivamente sulla blindatura imposta al PD riminese.
Sempre nel solco della logica congressuale riminese, specialmente chi è sulle posizioni alla mozione Marino (per la quale parte di questo Circolo si sta spendendo) non può che essere contento di questa contingenza politica locale. Ribadendo l’ovvietà che per vincere un congresso è necessario creare il più ampio consenso possibile attorno alle candidature, è proprio attraverso uno scenario come quello che si sta prospettando che le realtà emergenti (di cui si nutre proprio la gran parte della mozione Marino) avranno la possibilità di trovare, sempre che se lo sappiano meritare, uno spazio politico finalmente di primo piano.
E’ proprio la necessità di un consenso ampio e allargato che rende prima ingenuo e poi stupido confondere il piano nazionale con quello locale (troppo spesso legati da logiche di opportunismo e poco altro).
Cito la mozione Marino proprio perché per vivacità e ricchezza di argomenti (dalla laicità alla meritocrazia) è quella che più si presta a proporsi per un rinnovamento di temi e persone (e per lo stesso motivo rischia di prestarsi anche alla strumentalizzazione di chi vi vede un facile terreno di affermazione personale).
Non credo comunque che siano poche le realtà vitali e propositive nella città e nella provincia di Rimini, così come però credo che tali realtà siano in buona parte cresciute lontano da quella “vita di partito”, da quella dimestichezza con la realtà dell’amministrazione, che presentano fatalmente il conto in termini di ingenuità e concretezza quando è il momento di organizzarsi.
Cito la mozione Marino proprio perché per vivacità e ricchezza di argomenti (dalla laicità alla meritocrazia) è quella che più si presta a proporsi per un rinnovamento di temi e persone (e per lo stesso motivo rischia di prestarsi anche alla strumentalizzazione di chi vi vede un facile terreno di affermazione personale).
Non credo comunque che siano poche le realtà vitali e propositive nella città e nella provincia di Rimini, così come però credo che tali realtà siano in buona parte cresciute lontano da quella “vita di partito”, da quella dimestichezza con la realtà dell’amministrazione, che presentano fatalmente il conto in termini di ingenuità e concretezza quando è il momento di organizzarsi.
E tali rischi si moltiplicano ulteriormente quando si parla di un congresso, in cui si affronta un avversario, che domani, a congresso finito, sarà di nuovo dalla nostra stessa parte della barricata.
Gli episodi che hanno reso il cambiamento nel PD riminese ben più che necessario, continuano a ripetersi anche nelle ultime settimane e diventano temi sui quali non è facile non lasciarsi andare a prese di posizione. Lanciare strali di indignazione, volersi distinguere per la condanna più draconiana, fare a gara a chi è il più puro senza però lavorare contestualmente a organizzare un'alternativa fattiva in grado di incidere nella guida partito, rappresenta la migliore assicurazione di inviolabilità allo status quo attuale.
Chi crede nella possibilità di un’alternativa a questo PD lavori già da ora per tale alterativa.
Per una volta, la partita potrebbe essere aperta.
Gli episodi che hanno reso il cambiamento nel PD riminese ben più che necessario, continuano a ripetersi anche nelle ultime settimane e diventano temi sui quali non è facile non lasciarsi andare a prese di posizione. Lanciare strali di indignazione, volersi distinguere per la condanna più draconiana, fare a gara a chi è il più puro senza però lavorare contestualmente a organizzare un'alternativa fattiva in grado di incidere nella guida partito, rappresenta la migliore assicurazione di inviolabilità allo status quo attuale.
Chi crede nella possibilità di un’alternativa a questo PD lavori già da ora per tale alterativa.
Per una volta, la partita potrebbe essere aperta.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Italia/2009/commenti-sole-24-ore/25-agosto-2009/pd-sfida-voti-nord-est.shtml?uuid=fffa4cf4-913e-11de-a5b7-5b2f724f4882&DocRulesView=Libero&correlato
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