Come hanno precisato in queste ore tutti i big del partito, Bersani in testa, in materia "il Pd ha le sue idee e non va dietro a tirate demagogiche", ma l'astensione "decisiva" alla Camera sulla legge taglia-province, per i militanti pesa eccome.Il PD di san Giuliano ormai due anni fa aveva organizzato, alla vigilia della campagna per il rinnovo della provincia, una iniziativa proprio sul tema delle province (
Riprovinciamo), nell'ambito dell'iniziativa si era discusso sull'utilità, sul cambiamento, sulla cancellazione: tutto quello che ne era emerso era effettivamente una tematica complessa, ma proprio per questo da affrontare; era emerso un po' quello che oggi dice Bersani insomma e cioè
no a sparate demagogiche però si a una proposta che spieghi e riorganizzi le funzioni, le competenze, il coordinamento che oggi le Province svolgono sui territori.
Questo due anni e più fa, l'altro giorno in parlamento si è registrato da un lato questo drammatico ritardo di proposta, dall'altro – forse ben più grave dato il momento politico in cui viviamo – uno scollamento nell'opposizione a causa dell'astensione – evidentemente non concordata a sufficienza con gli alleati d'opposizione- del PD. Oltre al contenuto della materia, dunque, quello che pesa è il segnale politico volontariamente o involontariamente inviato.
Come si diceva Bersani cerca subito di spiegare: una posizione il PD ce l'ha e a giorni verrà espressa. Ma, se si leggono i post sul sito del PD nazionale, per la base è come fumo negli occhi.
Magari Bersani ha anche ragione, ma il problema è che i
distinguo non reggono più.
Per cui potendo generalizzare la situazione, il caso di questa astensione assolutamente incomprensibile per la cosiddetta base è emblematico della situazione in cui ci troviamo: il tema reale è che – a questo punto – non solo non c'è confronto (almeno non c'è a
livello di percezione), ma nemmeno più evidentemente quella
trasmissione programmatica (non
elaborazione – si badi bene - ma anche sola e semplice
trasmissione nell'idea più restrittiva concepibile di un partito che si fonda invece sulla partecipazione come
elaborazione) per cui se la proposta o l'idea o l'alternativa ce l'hai non l'hai nemmeno presentata a te stesso (a partire dai circoli).
Se si leggono i commenti degli iscritti sulla vicenda, si percepisce (per usare un eufemismo) una certa impazienza. In un certo senso, la
corda è stata tirata troppo, per cui se è vero che un partito di governo, quale aspira ad essere il PD, non deve
cedere alla demagogia come dice Bersani, è però vero che ogni volta che si presentano casi del genere (l'ultimo la partecipazione tardiva ai referendum) poi vengono interpretati - o meglio -
sentiti dalla base come
tatticismi. E i
tatticismi evidentemente non vengono capiti più, per
default vengono rispediti al mittente perchè sinonimo - al di là magari anche delle più buone intenzioni - solo e soltanto di manovra di palazzo, o peggio mancanza di coerenza.
Molti post di (si presume) elettori e iscritti del PD per esempio se concedono a Bersani l'idea che
un partito di governo non deve cedere alla demagogia ecc... poi però non gli perdonano il dato politico che più o meno suona
“non siete buoni di fare opposizione”. Perchè anche l'astensione in sè pesa, perchè è come
non partecipare in un momento in cui invece la tua base non vuole che questo, rischiando anche di mandare all'aria qualche tatticismo che poi tanto non sai più spiegare.
Non lo sai più spiegare: esattamente come D'Alema che ti spiega il
modello macerata quando a Milano si vinceva con Pisapia, ormai è diventata una barzelletta.
Quando abbiamo detto che qualcosa si sta muovendo nella società è ormai qualcosa di più, e quell'idea generica di partecipazione nel DNA del PD, forse già sbiadisce al confronto. C'è qualcosa di più, qualcosa che va oltre. Qualcosa che all'energia fresca in parte dovuta al sentore di un ciclo (quello berlusconiano) al suo fisiologico tramonto, si mischia però ormai al giudizio non più entusiasta dato alla classe politica di sinistra che in questi 15 anni ha cercato – magari anche al massimo delle sue possibilità – di contrastare il berlusconismo, ma senza risultati ritenuti sufficienti.
Ora questo movimento nella società ha bisogno di costruire l'alternativa, lo farebbe volentieri anche partendo dal PD, ma del PD – che pure resta sulla carta un partito ancora
nuovo – questo
nuovo lo deve e lo vuole percepire chiaro e netto, nei contenuti, nelle persone, nel modo di agire.
...nel modo di agire. Per cui per cocludere una nota si spera positiva: proprio ieri è arrivata a tutti i circoli una lettera di Bersani che
qui potete scaricare e che annuncia qualcosa che, se Bersani non è vittima di un ghost writer completamente scollegato
dal leader, e soprattutto se portata davvero a compimento, potrebbe rappresentare - chissà - magari anche un nuovo ufficiale inizio.
Nessun commento:
Posta un commento