RIPRENDIAMOCI PORTA A PORTA: E’ questo l’obiettivo del circolo PD di San Giuliano di Rimini, attraverso le parole di Carlo Mazzocchi, uno tra gli iscritti più giovani del nostro circolo e candidato al Consiglio Comunale.
Una grande tradizione come quella della distribuzione porta a porta dell’Unità riparte domani, il Primo Maggio, qui a Rimini. Si riparte quest’anno, anniversario dell’Unità d’Italia, per distribuire quel quotidiano che anche dell’Unità nazionale è stato un emblema.
Unità che per Gramsci stesso doveva rappresentare tutti i lavoratori e tutti i cittadini, allargando il suo interesse alle questioni irrisolte del Paese, la “questione nazionale” in primis. Una data quella del Primo Maggio che sia i militanti “storici” che i giovani cresciuti nel PD sentono il bisogno di celebrare fortemente.
“Il Primo Maggio rappresenta per noi un giorno particolare, la festa del lavoro e degli italiani. Andare porta a porta per distribuire il quotidiano che più di tutti si interessa delle questioni irrisolte del lavoro, dei precari e dei giovani, è certamente un bel segnale. Un segnale di interesse verso le fratture della società che le nuove generazioni sentono in questo momento più di tutti”.
La distribuzione, oltre al significato simbolico, rappresenta inoltre una volontà di ricreare un tessuto di relazioni forte tra il PD e le persone. “Tanto viene fatto per comunicare le nostre proposte, dalla rete ai mass-media. Purtroppo la televisione, il mezzo ancora più seguito, non ci permette una comunicazione paritaria. Senza aspettare altro tempo vogliamo iniziare a cambiare questo deficit con quella comunicazione diretta che nessuno può toglierci.
La distribuzione porta a porta rappresenta anche questo. Un’occasione in più, da riproporre sempre più spesso, che ti permette di ascoltare e discutere con i cittadini. Un dialogo vero che permette a tutti di confrontarsi sullo stesso livello, evitando la divisione tra attore e spettatore a cui la televisione ci ha abituato.”
Un esempio bello di quello che la politica può essere, con un ultimo particolare. Giovani e meno giovani che si ritrovano in un’attività comune che ha radici storiche ma che ha perso negli anni il suo appeal.
Un ideale passaggio di consegne tra il passato e il futuro. In poche parole la politica che vogliamo.
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