171 le copie vendute de L'Unità ieri mattina col porta a porta a San Giuliano.
Ognuno con la sua quantità di copie in mano, ci siamo divisi le vie e le zone e in 14 ci siamo messi in strada, ieri mattina, di buona mattina e abbiamo iniziato a bussare, a suonare i campanelli.
Rotta la timidezza dei primi minuti, soprattutto per chi di noi la distribuzione non l'aveva mai fatta, si apre un mondo fatto di persone che ci stanno a prenderti sul serio, cioè a prendere sul serio questo ristabilirsi di un contatto tra la realtà della vita di tutti i giorni e l'informazione, per una volta semplicemente terrestre senza dover essere digitale.
L'abbiamo sentita tutti, l'abbiamo avvertita tutti, sia noi che davamo il quotidiano, sia chi lo riceveva, come un'opportunità comune per tornare a fare la differenza, per dirci - attraverso un semplice strumento che è il quotidiano e guardandoci negli occhi - cosa non va, cosa va e soprattutto come lo vogliamo costruire questo futuro, anche quello più prossimo (sia nel senso spaziale che temporale).
E anche quando il quotidiano preferivano non prenderlo, ti sei fermato a parlare, ti sei messo ad ascoltare, ti sei confrontato. Ad ogni porta che si è aperta, copia venduta o meno, ti è rimasta una ricchezza enorme: un pezzo di realtà e di verità quotidiana, un canale di contatto con la vita reale delle persone che le centinaia di canali via cavo e via etere non possono pareggiare.
Ti sei reso conto che quello che hai fatto, proprio nell'era dell'Homo Digitalis, è la cosa più contemporanea che potevi fare. Quella più vera e dunque anche quella più rivoluzionaria.
E così Domenica prossima, quotidiani sotto braccio, si riparte.
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