sabato 18 giugno 2011

NON DICO MEROLA


Il fatto.
Virginio Merola neo sindaco di Bologna la rossa, dichiara: "Siamo persone libere ma nella vita dobbiamo saper mettere insieme anche la responsabilità con la libertà", quindi nelle graduatorie comunali di Bologna andranno "più punti alle famiglie sposate". Continua: "Se ci assumiamo impegni maggiori verso gli altri credo che sia necessario distinguere". Merola, però, si dice favorevole ai matrimoni gay e disposto a considerare coppie sposate anche quelle dello stesso sesso, purchè però venga fatta una legge nazionale. Del resto: "Se verranno da me coppie gay per chiedermi di sposarle? non avrà molto senso, perchè non c'è una legge nazionale. Io sono per rispettare le leggi nazionali".

Bene, immersi in un reale mutamento in seno alla società (dove basta dirsi "adesso vediamo di non sbagliare una virgola di quello che faremo da qui alle elezioni"), dopo il modello macerata, ora i non-dico di Merola. Probabilmente nelle prossime ore ci sarà una soddisfacente rettifica (di nuovo: probabilmente), ma purtroppo la notizia è già passata così: Bologna contro i Dico all'emiliana. Il danno è già fatto.

Un po' di cronistoria per capire di che si parla
La legge regionale conosciuta come i Dico all'Emiliana (articolo inserito nella finanziaria regionale del 2010) oltre a permettere di incidere - per quanto possibile - in certi aspetti concreti della qualità della vita e dei diritti delle persone e delle famiglie indipendentemente dal sesso e dal tipo di legame (matrimoniale o no), ha avuto e ha una funzione di indirizzo culturale oltrechè amministrativo. Attaccata dall'anatema di Cafarra ("Dio vi giudichera!") e subito impugnata con ricorso del governo rigettato però dalla Consulta prorpio il Gennaio scorso, pone la nostra regione al pari dei paesi civilmente avanzati segnando semmai l'evidente arretratezza e inadeguatezza del legislatore nazionale in tema di discriminazione e diritti civili.

Quanto meno inopportuno
Le dichiarazioni di Merola, almeno fino asua probabile smentita, sono quanto meno inopportune. Lo sono da un punto di vista di coerenza intelletuale e da un punto di vista legislativo e di applicabilità.

Di coerenza intellettuale perchè nessuno nega l'importanza dell'impegno matrimoniale e della necessità di accompagnare ad ogni impegno un riconoscimento da parte della collettività. Il fatto è che ormai solo in Italia ci sono cittadini che non possono sposarsi, o unirsi in un impegno analogo e equivalente, anche se lo vorrebbero. I Dico all'Emiliana nascono proprio da qui.

E poi inopportuno (o forse inutile) anche da un punto di vista legislativo perchè quando Merola evoca il rispetto delle leggi in materia, non può fermarsi solo a quelle nazionali, soprattutto perchè non solo sono arretrate culturalmente, ma lo sono secondo le direttive europee mai recepite sul tema. Merola come Sindaco è tenuto al rispetto delle leggi regionali, della nostra Costituzione e della Carta dei Diritti fondamentali della Ue.

Essendo inapplicabile - almeno nella nostra regione - quanto dichiarato da Merola, quello che resta è dunque solo un danno inutile e gratuito all'immagine di un centrosinistra che anzichè aprirsi e mettersi alla testa di un cambiamento già in atto in seno alla società, si chiude e arretra.

Se di fraintendimento si tratta è bene che Merola chiarisca molto in fretta. Qui un articolo molto eloquente su quanto sta avvenendo nel nostro capolougo di regione: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/06/17/news/il_pd_preso_in_contropiede_frascaroli_fredda_non_condivido-17856866/

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