Dunque a Milano rimettono il mandato i vertici del PD, in seguito a una primaria "bucata", cioè non andata come avrebbe indicato il Partito Democratico. Ma le primarie servono appunto per non caricare di stress il gruppo dirigente. Rimettendosi in modo sereno all'orientamento degli elettori, solitamente in maggioranza del Pd. E se il tuo elettorato ti indica un candidato piuttosto che un altro (distribuendosi per altro in modo quasi omogeneo tra le diverse proposte), comunque hai fatto centro.
Se è una valutazione individuale per aprire un dibattito (si spera breve) nel partito per dare più forza al candidato di coalizione (tipo un rito di ulteriore rafforzata legittimazione): ci si ricordi che a stressarsi ora deve essere il competitor di centro-destra e non i dirigenti del Pd Milanese con
mea culpa inutili perchè tutti hanno fatto (bene) la propria parte (a partire dall'averle fatte queste primarie).
Se è una richiesta piovuta dall'alto (ma sembra ormai di no) sarebbe un controsenso grande come una casa perchè il mandato di Bersani è stato quello di costruire coalizioni ampie con la messa al bando categorica del principio dell'autosufficienza (e poi dopo la vittoria di Vendola mica s'è dimesso D'Alema).
E' poi evidente che ora tocchi principalmente al candidato uscito vincente dalle primarie a riconoscere l'impegno e la lealtà del PD che realizza a Milano -grazie alle primarie - una delle sue promesse statutarie principali: quella di aprirsi davvero alla società.
Se qualche testata titola "Bufera nel Pd", se bufera è, lo è in un bicchier d'acqua.
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