giovedì 18 novembre 2010

C'E' CRISI E CRISI

Con riferimento al voto di fiducia del 14 dicembre il Capo del Governo afferma:

"Sono fiducioso. Sarà il giorno che deciderà se l'Italia può continuare ad avere quella stabilità che è assolutamente importante per resistere in una crisi che non è ancora passata".

Dovendo mettere sotto il tappeto la crisi del suo governo, Berlusconi scopre finalmente l'altra crisi, quella che da tre anni ha messo in secca il nostro paese. Richiama le camere a un senso di responsabilità e di compatezza per il bene comune: ragazzi (si fa per dire) c'è la crisi. Resta tuttavia proverbialmente l'uomo speranzoso che tutti conosciamo: risolverà la sua situazione difficile e poi, se resterà il tempo, magari anche quella degli italiani.

Mah.

martedì 16 novembre 2010

BUFERA IN UN BICCHIER D'ACQUA


Dunque a Milano rimettono il mandato i vertici del PD, in seguito a una primaria "bucata", cioè non andata come avrebbe indicato il Partito Democratico. Ma le primarie servono appunto per non caricare di stress il gruppo dirigente. Rimettendosi in modo sereno all'orientamento degli elettori, solitamente in maggioranza del Pd. E se il tuo elettorato ti indica un candidato piuttosto che un altro (distribuendosi per altro in modo quasi omogeneo tra le diverse proposte), comunque hai fatto centro.

Se è una valutazione individuale per aprire un dibattito (si spera breve) nel partito per dare più forza al candidato di coalizione (tipo un rito di ulteriore rafforzata legittimazione): ci si ricordi che a stressarsi ora deve essere il competitor di centro-destra e non i dirigenti del Pd Milanese con mea culpa inutili perchè tutti hanno fatto (bene) la propria parte (a partire dall'averle fatte queste primarie).
Se è una richiesta piovuta dall'alto (ma sembra ormai di no) sarebbe un controsenso grande come una casa perchè il mandato di Bersani è stato quello di costruire coalizioni ampie con la messa al bando categorica del principio dell'autosufficienza (e poi dopo la vittoria di Vendola mica s'è dimesso D'Alema).

E' poi evidente che ora tocchi principalmente al candidato uscito vincente dalle primarie a riconoscere l'impegno e la lealtà del PD che realizza a Milano -grazie alle primarie - una delle sue promesse statutarie principali: quella di aprirsi davvero alla società.

Se qualche testata titola "Bufera nel Pd", se bufera è, lo è in un bicchier d'acqua.

lunedì 15 novembre 2010

SI RIPARTE: DA MILANO


Dopo una settimana il blog di san giuliano torna on-line, o meglio aggiornabile, abbiamo avuto qualche problema al pannello di controllo ora risolto. Le scuse sono d'obbligo, ma non s'è potuto fare di meglio. Comunque ora, si riparte.

E ripartiamo proprio con un appuntamento a noi caro: le primarie a Milano.

A Milano si confrontavano 4 candidati eccellenti. Ognuno in grado di giocarsela. Si è nettamente affermato il “vendoliano”, se così si può dire, con i voti del pd, è evidente.

L'affermazione di Pisapia, ci consegna alcuni dati interessanti: che il Pd ha una base di centrosinistra oramai incontrovertibile (tende cioè a scegliere il candidato percepito – per collocazione e contenuti - più a sinistra), che l'ellettorato del Pd non segue necessariamente le indicazioni del proprio partito di riferimento, che anzi le primarie si confermano uno strumento utilizzato prevalentemente dalla base del PD (vedi dati affluenza tra primarie PD che elessero Bersani e quelle di ieri, sostanzialmente in linea) capace sempre più spesso di ribaltare le scelte precostituite.

Va anche detto che Milano è un terreno di confronto particolare, dove il voto è sempre meno di appartenenza per cui entrano in gioco fattori legati al merito. E anche questo va misurato nell'analisi.

Detto ciò ora è chiaro come quel 45% di Pisapia (sulla carta un risultato importante) valga ben poco se non si sarà in grado di aggiungervi quel 55% mancante a totalizzare il pieno della base che a Milano ha votato alle primarie e che rappresenta il primo nucleo duro per la corsa a Palazzo Marino. Il PD, a partire dalle più recenti primarie pugliesi, se talvolta manifesta una sorta di inerzia iniziale verso le primarie, ha comunque sempre dimostrato di avere un grande senso di lealtà nei confronti del candidato vincente indipendentemente dal partito di provenienza di quest'ultimo (un po' meno su quelli imposti: vedi il caso di Bonino per il lazio) per cui non ci sono grossi dubbi sulla sua capacità di fare squadra e giocarsela fino in fondo.

domenica 7 novembre 2010

DUE BORDATE DI FISCHI, UN APPLAUSO LUNGO COME UN FORTE ABBRACCIO


"Critica e dibattito, anche all'aperto, ma con rispetto per la vita dei membri del partito. Fino ad ora questo rispetto non c'è sempre stato. Da adesso in poi lo pretendo" dichiara il leader del Pd mentre l'assemblea dei segretari di circolo commenta con ululati e fischi l'iniziativa in corso a Firenze.

Pochi minuti dopo la reazione della platea del Pd riunita a Firenze per "Prossima fermata Italia" è immediata e calda: un lungo applauso con standing ovation, tanti sorrisi come un forte ed energico abbraccio a distanza a chi era riunito a Roma.

martedì 2 novembre 2010

IL GOLPE DEI FIGHETTA


"Macché governo tecnico… Io sono preoccupato che qui, profittando delle vicende personali di Berlusconi, sia in atto un colpo di Stato, ma sarebbe il golpe dei fighetta, di quelli che frignano…. Se c'è colpo di Stato la rivolta del popolo è legittima", taglia corto un Roberto Calderoli come sempre vivace e un tono più sù degli altri.
Sta dicendo che la politica è cosa da uomini, uomini veri, e usa golpe dei"fighetta", locuzione anglosassone (fighetta's golpe o più semplicemente fighetta's) e cioè che non è roba da femminucce che frignano.
Schietto e un po' tranchant come un colpo a vuoto di mannaia sulla battilarda, non a caso è il ministro della semplificazione.