giovedì 3 settembre 2009

Giapponesi brava gente


Mattia Carzaniga dal suo blog sui risultati elettorali giapponesi.


Bèvabbè, mo’ anche il Giappone. Io l’ho visto, qualche mese fa (qui, se vi interessa) e mica era così scontato, considerato che è uno dei posti più conservatori dove sia mai capitato. Dunque, semplificando brutalmente, le due massime potenze economiche mondiali al momento sono democratiche. La signora che prepara sukiyaki a Kyoto ha votato come il giovane che beve Dr Pepper a Boston. Noi, in tutto ciò, siamo sempre fuori. Per dire. Ti capita di andare a Londra. E trovi il giornalista tedesco che ti dice che da loro, a meno di un mese dalle elezioni, la situazione è confusa, non si sa come orientarsi, ma tanto noi non capiamo, «there’s no democracy in Italy, right now» (e aggiunge «I’m kidding»: sì, come no). E il collega francese che si lamenta di Sarkò (e ci prega di riprenderci Carlà: fosse per me, volentieri), ma è sempre meglio di Berlusconi, dice, stupito dopo aver scoperto che, tra le altre cose, è anche presidente (incazzato) del Milan. Non ho ancora ben capito che aria tiri da noi, con la ripresa. Si parla di patacche e badanti condonate. Berlusconi gambe all’aria (any sense), Fini di sinistra, noi silenziosi, a occuparci dei problemi di casa, come spesso accade. Il buon Prodi sostiene che la vittoria giapponese è segno che ci sarà una svolta democratica anche in Italia. Cominciate a tirare fuori il sakè.

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